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Il decalogo FIT sulla riapertura dei circoli: nove punti pieni di retorica e privi di fondamenti scientifici. Ai circoli e ai giocatori servono istruzioni concrete!

La Federazione Italiana Tennis ha pubblicato un decalogo (per meglio dire un ennalogo, perchè non si è mai visto un decalogo diviso in nove punti…) che indica le regole sanitarie su cui basare una rapida ripresa del tennis giocato nei circoli. Ricordiamo che non si tratta di punti programmatici ma di semplici indicazioni ipotetiche: quanto scritto è vincolato alle decisioni del Governo in arrivo per la fase “due” che potrebbero confermare quanto ipotizzato dalla FIT come disattenderlo del tutto .
Spinti dall’entusiasmo, molti tennisti hanno osannato questo vademecum senza approfondirlo. Per quanto questi nove punti possano sembrare chiari, noi abbiamo provato a analizzarli in profondità. Il risultato non è banale: quasi tutti sono totalmente avulsi dalla realtà o non si basano su alcun fondamento scientifico, dunque non potranno essere messi in pratica.
Vediamoli uno per uno…

1) In prossimità dei campi devi arrivare sempre con mascherina, guanti e gel igienizzante nel portaracchette.
E’ il punto con più buonsenso di tutto il decalogo. Ma anche questo, come gli altri, è vincolato alle decisioni del governo in materia sportiva.

2) Mantieni sempre la distanza di sicurezza di almeno un metro prima, durante e dopo aver giocato a tennis, soprattutto nel doppio.
La distanza di sicurezza, che probabilmente sarà superiore al metro, anche in questo caso verrà decisa dal Governo ed è scontato che ciò che verrà decretato varrà anche su un campo da tennis. Per quanto riguarda il doppio la distanza di sicurezza non può essere assolutamente garantita: in molte fasi del gioco, soprattutto a rete, i due compagni si ritrovano a strettissimo contatto. Indicare la possibilità di giocare doppi al momento è prematuro e sbagliato.

3) Quando giochi, ricordati di indossare il guanto con la mano non dominate con cui lanci la palla nel servizio o raccogli le palline.
Si tratta di una regola assurda e priva di ogni fondamento igienico. Partiamo con una premessa: ad oggi la comunità scientifica non ha chiarito in maniera certa le modalità di trasmissione del virus. Non sappiamo per esempio con precisione quanto il virus rimane sulle superfici anche se molti scienziati ritengono improbabilissimo infettarsi attraverso il contatto con una superficie terza. Per esempio il grip di una racchetta. Dunque i punti sono due: o riteniamo che ci sia un pericolo di trasmissione nel contatto con il grip (che durante il gioco si sporca a causa della terra rossa, della pallina e degli agenti esterni) e in questo caso il tennis non va permesso, oppure riteniamo che non ci sia alcun pericolo. Se è così, l’utilizzo di un guanto non ha alcun senso, dal momento che la racchetta è uno strumento individuale e nessun’altro la tocca, tranne il proprietario. Imporre l’uso di un guanto è puramente retorico, inutile, discriminatorio nei confronti di chi gioca il rovescio a una mano e pure contrario ai dettami tecnici della FIT, che sottolinea l’importanza dell’uso della mano non dominante nella preparazione del rovescio: imporre l’uso di un guanto significa affermare che la mano non dominante non serve.

4) Se non riesci a giocare con il guanto, poiché giochi il rovescio a due mani, utilizza il gel disinfettante ad ogni cambio campo.
Ecco il punto che disattende quello precedente: chi effettua il rovescio a due mani viene esentato dall’utilizzo del guanto, però deve igienizzarsi le mani ogni cambio di campo. E’ una prescrizione inutile e retorica, per i motivi già spiegati nel punto 3.

5) La stretta di mano, o il “batti cinque” puoi sostituirla con un tocco della punta della racchetta con quella del tuo compagno di gioco.
Punto abbastanza ovvio, dal momento che non ci può essere contatto.

6) Se hai giocato un match, l’arbitro puoi salutarlo indicandolo con la testa della racchetta.
Qui l’aspetto controverso non è l’indicazione di per sè (va bene il saluto, come nel punto precedente) ma la premessa che vi è alla base. Prevedere la presenza del giudice di sedia significa riferirsi a match ufficiali, ma come è possibile dal momento che non esiste un calendario di tornei o campionati in programma dopo la ripartenza? E, anche se ci fosse, come tutti sappiamo l’arbitro di sedia non è presente praticamente mai negli incontri non professionistici. Si tratta, anche in questo caso, di un’indicazione puramente retorica…

7) Prima e dopo il match lavati accuratamente le mani e appena puoi utilizza il gel igienizzante.
Il consiglio è sempre valido: lavarsi le mani è sinonimo di igiene e buona educazione. Si continua a utilizzare il termine match, presupponendo degli incontri ufficiali che al momento non sono previsti, quando sarebbe più corretto semmai parlare di allenamento. Ma la problematica è più ampia: è limitante riferirsi al gel disinfettante come garante di igiene quando gli spogliatoi saranno quasi certamente non fruibili. Immaginando un corretto percorso igenico dovremmo fare la doccia, dopo il match o l’allenamento, mantenendo le distanze interpersonali e poi igienizzarsi le mani (ora sì) prendendo il gel da un luogo pulito e non da un borsone da tennis.

8) Cambia campo dal lato opposto rispetto al tuo avversario; se non è possibile ricordati la distanza di sicurezza.
Punto ripetitivo, che non aggiunge nulla rispetto al numero 2: è ormai palese che va mantenuta la distanza di sicurezza dall’avversario.

9) Togli l’over-grip al termine di ogni incontro e rimettine uno nuovo prima del successivo.
Questo forse è il punto più controverso, evidentemente scritto da chi non frequenta i campi da tennis. Intanto si parla di over-grip dando per scontato che tutti lo utilizzano, ma ci sono tennisti che usano il grip originario della racchetta: questo ha un costo molto elevato (sui 15-20 euro a pezzo), pertanto ipotizzare di cambiarlo ogni volta è pura follia. Ma anche nel caso di chi utilizza un over-grip il problema economico non è marginale: se un pezzo costa in media 2 euro, per un mese di allenamenti il tennista dovrebbe spendere 60 euro solo di over-grip, non poco in un momento del genere!
Ma tralasciando la questione economica, e il fatto che i giocatori amatoriali a volte sono abituati a non cambiare il grip per mesi, qual’è il senso di sostituire un over-grip dopo ogni match o allenamento? Il concetto è lo stesso del punto 3: se attraverso il grip posso infettarmi perchè si sporca allora dovrei cambiarlo di continuo e il tennis è rischioso, ma se non c’è alcun pericolo di trasmissione attraverso il grip che senso ha cambiarlo dopo ogni match o allenamento. Se lascio la racchetta nel borsone, come accade di solito, e la riprendo il giorno successivo chi potrei infettare se non me stesso? O chi potrebbe infettarmi? Si tratta di un’indicazione che non ha alcuna valenza pratica e scientifica.

Da parte nostra proponiamo alcune idee concrete da mettere in atto al momento della riapertura dei circoli tennis:

1) I comuni devono dotare tutti i centri sportivi di termoscanner e sono obbligatori controlli all’ingresso: chi ha più di 37.5 di febbre non può entrare.
2) La pratica del doppio è sospesa.
3) Sono previsti allenamenti privati con massimo due giocatori in campo, e lezioni di un insegnante con massimo due allievi in campo.
4) Durante le ore in cui vi è la presenza di un insegnante sarà sua cura raccogliere e fornire le palle.
5) Durante le ore individuali ogni giocatore dovrà utilizzare solo le palle di sua proprietà.
6) Gli spogliatoi saranno fruibili garantendo la distanza interpersonale di tre metri quadrati (metri quadrati/3 = numero persone che vi possono entrare) e la distanza di sicurezza tra persone oppure saranno previsti ingressi individuali scaglionati.

Abbiamo fatto le pulci a questo decalogo (ennalogo) della FIT, e ce ne rendiamo conto: siamo stati un po’ pedanti! Ma il significato di questa analisi è più ampio, al di là delle critiche ai singoli punti proposti: questo vademecum è quello che serve davvero in questo momento ai tennisti e ai circoli? La sua funzione sembra assai più retorica (lascia ipotizzare una ripresa di cui ancora non si sa nulla) che concreta, ma gli amanti del tennis, i giocatori, i responsabili dei circoli in questo momento avrebbero bisogno di ben altro genere di risposte e di sostegno da parte della Federazione. Se come ipotizzato da illustri testate nazionali (es. Repubblica) i circoli dovessero riaprire il 4 maggio ad uso individuale e all’aperto servono istruzioni concrete, e alla svelta.

Alessio Laganà
Giorgio Panini

4 Commenti
  1. Paolo Vannucci

    Buongiorno
    mi trovo a scrivervi per sollevare qualche perplessità sull’articolo.
    Innanzi tutto il decalogo presentato l’altro giorno é generico e rivolto ai giocatori amatoriali e agli agonisti. Per questo si parla di arbitro. Ed il sarcasmo utilizzato nello spiegare certe misure secondo me è fuori luogo. Risulta ovvio rispettare sempre le distanze quindi in alcuni punti il decalogo vuole ribadire con esempi per il rispetto di questa misura.
    Per quanto riguarda il mancato rispetto della distanza durante una partita di doppio può accadere sicuramente, avvicinarsi sotto il metro e ottanta (visto che siamo in Toscana) però va anche detto che può accadere solo per alcuni secondi….comunque per il doppio in via prudenziale si può aspettare.
    Questione palline, quando affermate che non si conoscono ancora le modalità di trasmissione del virus attraverso le superfici, dite il vero ma facendo apparire la misura inutile ma che, si può sicuramente sostenere in via prudenziale, risulterebbe opportuno evitare di toccarle o, se impossibile, igienizzarsi spesso può essere una strada corretta.
    Tanto che poi proponete di farle raccogliere all’istruttore o di usare quelle di proprietà nel caso di ore individuali.
    Gli spogliatoi saranno inutilizzabili fino alla termine dell’emergenza sanitaria pertanto il giocatore termina la sua ora di tennis si sanifica le mani all’uscita del campo si rimette la mascherina saluta e se ne va in macchina a casa.
    Per quanto l’overgrip è il punto dove sicuramente si eccede in prudenza, perché la racchetta normalmente non è di uso promiscuo e l’utilizzatore potrebbe riporla nella borsa ed igienizzare il manico (con o senza overgrip) con prodotto a base di alcol al 70%.
    Non vi soffermate sul come la FIT si è mossa nei confronti del Governo, anche perché non é stato pubblicizzato nulla. Quindi o Biraghi sta lavorando sottotraccia oppure pensa solo agli Internazionali d’Italia.
    Forse per gli appassionati sarebbe interessante approfondire questo aspetto, perché sul come stare in campo in sicurezza un modo condiviso si trova sicuramente.
    Un saluto a tutti e buon Tennis

    Aprile 24, 2020 at 2:38 pm - Rispondi
  2. Roberto Ginesi

    Tutto giusto e niente di corretto! Ma perché non mi viene fatto un tampone preventivo e se negativo un attestato di tale condizione con cui posso reiniziare l’attività da amatore tennista rispettando le distanze, l’uso di disinfettanti e la doccia a casa, la racchetta è mia, altri amatori presenti e il maestro, se sono al circolo in attività è perché hanno un tampone negativo e quindi non mi infettano per cui il problema palline non esiste. Detto questo, che penso possa valere sia a livello amatoriale che un po’ più in su, perché dobbiamo farla sempre all’italiana dove gli unici due valori so 0 e infinito. Quanto sopra mi sembra un buon compromesso tra la mia saluta e le esigenze comuni! Mi dite la vostra? e pubblicatelo pure. Cordiali saluti.

    Aprile 25, 2020 at 3:39 pm - Rispondi
    • Paolo Vannucci

      Fare il rampone serve solo a sapere se hai il virus in quel momento. Essere negativo non assicura che tu non l’abbia contratto 10 minuti dopo aver effettuato il tampone.
      Purtroppo patenti di immunità od altro non sono possibili. Almeno a sentire chi se ne intende….

      Aprile 26, 2020 at 10:24 am - Rispondi
  3. Lorenzo Tozzo

    Concordo con l’utente Vannucci. Vorrei fare presente proprio perchè la scienza non è ancora in grado di definire parametri certi trattandosi di un virus nuovo, di affidarsi a quelli sicuramente certi e cioè distanziamento sociale, che nel tennis è abbondantemente garantito, e pressochè impossibilità di trasferimento del virus se non con droplets, quindi la quasi mancanza di vitalità del virus se questi atterra su superfici qualsiasi esse siano e anche qui la distanza garantisce i tennisti. Pare ovvio che se uno sta attento e non si mette le mani in bocca o sul naso o negli occhi dopo avere toccato palle o superfici varie e/o se si deterge la mani con sapone alcoolico o sapone normale frequentemente il problema è pressochè risolto.
    Un saluto

    Maggio 14, 2020 at 10:01 am - Rispondi

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