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Gli aggiornamenti di classifica di metà anno e il boom del sistema dei “punti facili”…

In occasione di ogni aggiornamento di classifica e di pubblicazione di un esercito di giocatori puntualmente promossi, emergono naturalmente molte valutazioni… Mettendo in ordine i cassetti degli armadi di casa mi sono imbattuto in una vecchia copia del Tennis Italiano, precisamente la rivista uscita nel Febbraio del 2001. Nel numero di Febbraio dello storico mensile c’è generalmente una particolarità: la presenza degli elenchi delle classifiche nazionali FIT. In questo caso, però, la mia attenzione è stata catturata dal metodo di calcolo dei punteggi che era in uso ormai tredici anni fa, tutto un altro mondo rispetto a oggi! Alcuni di voi potranno notare in questo pezzo una “vis” polemica contro una Federazione che ha moltiplicato a dismisura i praticanti (nel 2001 i classificati erano soltanto 18.577), ma in realtà vogliamo illustrarvi fattivamente perché prima le classifiche erano ben più veritiere di quelle odierne.
Nel 2000 moriva il vecchio sistema che comprendeva tre categorie (A, B, C) per abbracciare il metodo attuale (dalla Prima alla Quarta) che in realtà andava a copiare in tutto e per tutto quello adottato dalla Federazione Francese e che oltralpe stava riscuotendo un boom eccezionale di gradimento. Per uscire dalla folta schiera di ‘Non classificati’ all’epoca servivano 100 punti tondi, con i quali un giocatore avrebbe raggiunto al 4.5 il primo gradino di una lunga scalata. Tutto molto simile a ora, direte voi attenti lettori: con una partita vinta si va 4.6 adesso! Ma la somiglianza si ferma all’apparenza: la più grossa differenza col metodo attuale è data dalla cancellazione delle riduzioni di punteggio per le vittorie conseguite contro un under.

Metodo definizione delle classifiche 2001

Nel 2001 vincere con un Under 12 maschio toglieva il 60% dei punti mentre superare un Under 14 prevedeva una decurtazione del 40% (percentuali ridotte al 40% e al 20% in casi di ragazze). Questo accorgimento aveva una duplice valenza: consentiva ai nostri piccoli di avere una classifica più reale quando andavano a confrontarsi coi ‘vecchi’ e limitavano quella tendenza odierna di trovare il ragazzino bravo, dotato, sicuramente un buon giocatore futuro, ma che allo stato attuale non è competitivo coi pari categoria più esperti. Questa, se vogliamo, è la pecca più grossa del nuovo sistema di punteggio (120, 90, 60, 30, 20 , 15 punti conquistati sempre ‘puliti’ contro rispettivamente +2, +1, pari classifica o -1, -2 o -3). Quando un ragazzino dieci anni fa era Under 14 o 12, che facesse un torneo under o uno over poco cambiava per il livello dichiarato dalla carta: se era 3.5 con un 3.5 se la giocava e se valeva di più saliva rapidamente mentre ora tanti under con classifica ‘bombata’ dai tornei loro riservati vengono indirizzati verso i tornei coi pari età perché il contatto con la realtà degli adulti potrebbe essere dannoso. La facilità della scalata al ranking non si ferma però qui: ad esempio fare vittorie bonus da aggiungere al capitale è ora molto più semplice di un tempo. La formula V (vittorie totali)-E (sconfitte con pari classifiche)-2xI(sconfitte con giocatori di più bassa classifica che valgono doppio) ha visto aggiungere il parametro 3xG (sconfitte con giocatori sotto classifica di due gruppi che valgono -3). Prendendo per esempio un Terza Categoria attuale, se il ricavato della formula è +8, comunque un buon valore, egli sarà premiato con due vittorie aggiuntive che frutteranno tanti punti; nel 2001 con lo stesso risultato il bravo ‘Terza’ avrebbe scucito uno zero rotondo. Inoltre, tanto per semplificare ulteriormente le promozioni, sono state inserite pure le vittorie nei doppi dei campionati a squadre, considerabili come vittorie addizionali e portatrici di altri punti “facili”…
. Molti di voi contesteranno il fatto che fino a qualche anno fa, col vecchio metodo ancora in vigore, la tabella dei punteggi garantiva 150, 100 e 50 per le vittorie con giocatori superiori o pari di classifica: tutto vero, ma vi siete chiesti quante volte è più facile trovare un pari classifica oggi col nuovo sistema di tabelloni e quanto è più facile battere lui piuttosto che fare un ‘positivo’? Ebbene, avete trovato il sistema per fare 10 punti in più a partita! Facendo due conti: io 4.1 ho due vittorie contro 3.5 e quattro 4.1? Sono 20 punti in più rispetto a prima. Mettiamoci poi un paio di vittorie bonus facilmente ed ecco un’altra sessantina di punti in arrivo (da due 4.2 sconfitti) cosicché mi si sono spalancate le porte della Terza Categoria! Nel 2001, col vecchio sistema, quelle due vittorie aggiuntive non le avrei potute contare così come i 20 punti dati dai nuovi punteggi. Risultato? Alla ‘Terza’ sarebbero mancati ben 30 punti. Inoltre la vecchia metodologia era più premiante nei riguardi dei ‘positivi’: un 2.6 ad esempio, che oggi conta un minimo di 10 vittorie e prima ne aveva a disposizione una in meno, era molto più stimolato a giocare e vincere con chi lo sopravanzava.
Questo meccanismo autorigenerante, unito al vero e proprio boom di tornei, ha sedotto migliaia di appassionati illudendoli di poter valere “quella” classifica che in realtà se andiamo a paragonarla coi valori passati ha poco da spartire con la precedente. Un ulteriore esempio? Le promozioni di metà stagione. Chi ha buona memoria ricorderà come anni addietro conquistare a Giugno un gradino nel ranking fosse impresa epica: passava di un gruppo chi aveva conseguito i punti per il doppio balzo e la cosa finiva lì. Oggigiorno devo stare all’erta e tifare gli avversari sconfitti da Novembre a Maggio poiché, qualora salissero di livello, avrei ulteriori punti da sommare! Un meccanismo geniale e perverso che ha portato a un duplice risultato: da un lato c’è stato un eccezionale boom del numero dei praticanti e degli agonisti che affollano il sempre più alto numero di tornei, dall’altro si è sviluppato un malinconico deprezzamento delle classifiche italiane come fossero i concorsi a premi dei supermercati. Per la verità il danno è più di carattere morale che altro: tempo addietro essere un buon giocatore era un vanto (il classico ‘buon’ 3.1 o 4.1) mentre nel tennis attuale si è un po’ perso lo spirito ludico per una rincorsa al ranking manco fosse quello ATP. Col vecchio metodo di calcolo, che aveva il pregio di allargare la base con l’aggiunta dei Quarta, il valore era dato da quello che uno esprimeva sul campo e che poi si rispecchiava in una buona classifica mentre nel 2014 questa morale ha lasciato spazio alla mercificazione del ranking e a una serie di stratagemmi (numero di tornei, vittorie sezioni intermedie, bonus, etc) un tempo molto limitati.

Siamo arrivati alla parte delle proposte: ecco cosa potrebbe essere fatto, a mio parere, per salvaguardare il sistema delle classifiche individuali senza abbandonare i principi della riforma tennistica messa in atto. Tutte le proposte seguenti hanno un’unica e identica finalità: ricreare un sistema di classifiche più giusto e ridare maggior valore al concetto di ranking individuale.

– Reintroduzione limitazioni di punteggio su vittorie contro Under
– Abolizione o forte limitazione punteggi sezione intermedie
– Reintroduzione punteggio ‘pieno’ per tornei di Categoria
– Ritornare al vecchio conteggio selettivo della formula V-E-2×I
– Ritornare ai vecchi punteggi 150, 100, 50 etc per le vittorie
– Mantenere le promozioni di metà anno ‘piene’ ma senza ricalcolare i punti delle vittorie precedenti
– Abolizione dei 4.6 vista come “finta classifica”

Giorgio Panini

7 Commenti
  1. Lukas

    Onetamente basterebbe togliere i tabelloni intermedi da tutti i tornei che non siano limitati ai 4 Cat.
    Cosi rimarrebbe la parte pseudo agonistico amatoriale (allarga base) fino a 4.1 e da li in poi sarebbe agonismo vero.
    Tabelloni di terza più agili, lo voglio vedere un 4.4 iscriversi a arischio di beccarsi un 3.4 al primo turno.

    Maggio 3, 2019 at 10:46 am - Rispondi
  2. Filippo Galletti

    Non sarebbe male nemmeno introdurre la media punti torneo che dà il reale valore del giocatore. Si vedono salire di classifica giocatori che fanno 20-25 tornei l’anno senza andare più in là di 2-3 turni, poi trovano un tizio che fa due tornei e li vince entrambi ma rimane ben più basso in classifica. In realtà ormai la classifica ha veramente poco valore perché forti delle considerazioni fatte nell’articolo, sappiamo che poche sono veritiere, quindi perdono di significato. Conta il giocatore e non la classifica, invece sarebbe giusto fare in modo che quest’ultima rispecchiasse realmente i valori in campo in modo che tutto abbia senso, altrimenti ci si poteva chiamare “pere” “mele” ecc tanto erano solo nomi.
    In questo purtroppo il presidente Binaghi ha esplicitamente dichiarato più volte che a lui di cosa succede in terza e quarta categoria non interessa, guarda solo prima e seconda, poco anche la seconda, però il meccanismo colpisce tutti, non solo noi scarsi.

    Maggio 3, 2019 at 10:47 am - Rispondi
    • Lukas

      Ma le classifiche contano. Basta dire che un 3.3 di oggi è un C4 di 20 anni fa. Che un 3.4/4.1 sono gli NC di un tempo e che da 4.2 in poi non si faceva agonismo.

      Maggio 3, 2019 at 2:06 pm - Rispondi
  3. CiccioBoNbo

    C’era una volta…
    C’era una volta un sistema tennis che obbligava i giocatori ad iscriversi ad un torneo a settimana e ad arbitrare almeno una partita del torneo cui si erano iscritti;
    c’era una volta un sistema tennis che considerava tutti i tennisti degli amatori;
    poi arrivò la nuova Federazione che ha considerato tutti i tennisti dei professionisti, che ha obbligato ad iniziare e a finire
    i tornei in una settimana, che se piove e non hai finito il torneo è un problema del circolo se non ha adeguati campi coperti, che alla domenica però devi giocare anche la serie C, la D1, la D2, la D3 ecc., che ha promesso a tutti di scalare le classifiche e di arrivare a giocare al Foro Italico con i primi 10 del mondo, che dovendo far guadagnare tutti i circoli, in cambio degli sforzi che fanno, ha permesso di giocare più tornei in una stessa provincia, che …, che… , che …
    che alla fine non ha capito che il sistema le sta esplodendo in mano ma intanto ha Supertennis (nota positiva che ci permette di seguire qualche partita senza pagare Sky e altri privati), e qualche gicatore sta venendo fuori.
    Forse sarebbe meglio adottare il sistema di punti del TPRA, che mutua quello dei professionisti, per cui se giochi e vinci vai avanti e devi difendere in punti conquistati.
    Attualmente è troppo confusionario.

    Maggio 4, 2019 at 12:34 pm - Rispondi
  4. max

    nella societa’ moderna conta solo il vil denaro….. e la federazione ha messo in piedi un sistema che gli fa guadagnare fior di quattrini. i giocatori si sentono dei prof, scalano le classifiche come non mai, cosa che un tempo era impensabile. figurati se vanno a modificare il tutto in nome dell’eticamente corretto.

    Maggio 8, 2019 at 11:07 am - Rispondi
  5. Luigi

    Vorrei sapere quanti punti deve fare un 3.4 per non retrocedere grazie

    Ottobre 1, 2019 at 11:17 pm - Rispondi
  6. giovanni

    per le vittorie negli incontri dei campionati toscani di terza categoria vengono assegnati 15 punti?

    Ottobre 12, 2019 at 7:58 pm - Rispondi

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